“Torneremo alle vostre porte e grideremo ancora più forte”

Il 6 Settembre al Centro Sociale Rivolta si è tenuta un’assemblea nazionale degli studenti medi dalla quale sono uscite le seguenti analisi:

rsmIn un contesto in cui la scuola pubblica sta subendo una  forte involuzione senza interruzioni alcune dalla Riforma Gelmini del 2008 sino ad oggi con la  Riforma della Buona Scuola di Renzi, ripresa inoltre dall’attuale governo Gentiloni, riteniamo necessario continuare le battaglie intraprese negli anni precedenti e riteniamo altresì che ci sia la necessità di portare avanti le nostre rivendicazioni con una radicalità molto più incisiva rispetto al passato.  Siamo ad oggi vittime di un assedio che stravolge completamente il mondo della formazione, rendendolo dall’oggi al domani una fucina di giovani precari da poter sfruttare piuttosto che di cittadini dotati di senso critico.

Siamo consapevoli del fatto che oggi è necessario dotarsi di nuovi strumenti rispetto agli anni passati, soprattutto perché allo stato attuale delle cose i nostri diretti interlocutori sono quegli studenti che hanno intrapreso il loro percorso di formazione all’interno di una scuola già riformata. Abbiamo di conseguenza il bisogno di sperimentare nuove pratiche di pari passo con un avanzamento teorico rispetto alla lotta da condurre contro la Buona Scuola così da permettere agli studenti di tornare ad immaginare un diverso modello di scuola che si opponga in toto a quello che è stato propinato negli ultimi anni.

Prendendo atto che ad oggi non è possibile sfuggire al meccanismo dell’Alternanza Scuola-Lavoro, essendo divenuto un prerequisito necessario al conseguimento dell’esame di maturità, sentiamo la necessità di determinare, attraverso la presenza dei collettivi all’interno di ogni scuola, i processi che attualmente siamo costretti a subire.
In tal senso vogliamo essere noi a decidere come impiegare il nostro tempo da dedicare all’ASL, nelle modalità e nei luoghi ritenuti opportuni da ogni singolo studente attraverso proposte individuali o collettive.
Posta la centralità dell’autonomia decisionale attorno all’Alternanza, in qualunque modo questo progetto venga attuato, gli studenti che vi partecipano producono sostanzialmente ricchezza destinata a rimanere solamente alle imprese che li hanno “assunti” con l’effetto di disincentivare assunzioni retribuite e favorendo la disoccupazione o la sottoccupazione.

Crediamo che la ricchezza prodotta durante l’ASL, ma anche durante la stessa attività di studio come lavoro immateriale, debba essere redistribuita e non usufruita solo dalle imprese, per questo vogliamo che il valore prodotto durante queste attività sia messo a disposizione di tutti attraverso la costituzione di un welfare studentesco che vada da incentivi scolastici, a borse di studio, a libri di testo e mezzi di trasporto gratuiti oppure a facilitare l’accesso alla cultura, come nel caso di cinema o teatri. Crediamo comunque che il meccanismo dell’ASL sia nocivo non solo per chi viene sfruttato, ma anche per quello che dovrebbe essere la scuola pubblica in sé: per questo cercheremo di inceppare e boicottare l’ASL in qualsiasi forma. La costruzione di un rapporto di forza con istituti e presidi deve essere uno strumento fondamentale da praticare tramite i collettivi studenteschi in ogni scuola.

In questo discorso non può non rientrare la Carta dei Diritti e dei Doveri dello studente in alternanza, un provvedimento che a parer nostro è un ulteriore schiaffo morale agli studenti.
Non ci interessa essere falsamente tutelati all’interno di un contesto di sfruttamento legalizzato.
Riteniamo inoltre necessaria una mappatura precisa dei casi eclatanti di sfruttamento durante l’alternanza, in modo tale da poter costruire una vasta campagna di controinformazione e mobilitazione per poter dare più forza alle nostre istanze. Riteniamo invece gravissime le novità che arrivano da Milano, dove il ministro Fedeli e il sindaco Sala hanno sottoscritto un accordo per praticare l’ASL all’interno del comune stesso. Questo non solo di fatto trasforma lo stato in sfruttatore nei confronti degli studenti, ma cosa assurda viene spacciato come uno strumento di formazione alla cittadinanza attiva in quanto praticata nel mondo della politica. Sappiamo bene però come la stessa politica dei partiti sia la fautrice dei meccanismi di sfruttamento.

Consapevoli della centralità che ha nella nostra società il tema delle migrazioni e il grande numero di studenti appartenenti a seconde generazioni di immigrati che frequentano ogni giorno le scuole italiane, crediamo che dal momento in cui uno studente viene ritenuto adatto ad essere inserito nel mondo lavorativo tramite l’ASL, ma anche solo sia inserito e integrato nel sistema scolastico, allora sia anche adatto a ricevere la cittadinanza favorendo così realmente l’integrazione, al contrario di quanto avviene ora.
È su questa linea che intendiamo mostrare la nostra opposizione all’ultimo provvedimento del governo sui licei brevi, ultimo tassello del mosaico che ha stravolto il mondo dell’istruzione potenziando la dinamiche di introduzione prematura dei giovani nel mondo del precariato e di tagli, a livello economico e didattico, alla scuola pubblica con conseguente danneggiamento della formazione degli studenti. A tutto questo va associato il dato per il quale le classi che sperimenteranno questo nuovo percorso di formazione saranno costrette a svolgere le attività di ASL durante le vacanze di Natale e Pasqua, oltre che durante il periodo estivo. Tutto ciò rappresenta appieno la trasformazione definitiva della scuola in chiave neo liberista, una scuola che crea precari piuttosto che cittadini.

In questa fase in cui facciamo difficoltà a massificare le mobilitazioni, lo strumento del collettivo studentesco è per noi fondamentale. Abbiamo dunque assolutamente bisogno di rimettere al centro del nostro intervento politico i collettivi, in quanto essi stessi non solo sono la linfa vitale di ogni mobilitazione che portiamo avanti, ma dovranno essere al tempo stesso i protagonisti assoluti di ogni singola contestazione.
Siamo infatti convinti che, rendendo centrale l’intervento politico dei collettivi avremo modo di ledere in maniera concreta e capillare sia ai presidi sceriffo sia alle aziende che entreranno all’interno dei consigli d’istituto.

Dato questo panorama del sistema scolastico è fondamentale ricordarci che la scuola è il luogo di formazione critica e di crescita dei futuri cittadini che non prescinde dalla società che la circonda: in questo ambito la scuola diventa il luogo in cui devono esseri creati tutti quegli anticorpi contro una società che ci educa ad essere razzisti e sessisti. Dobbiamo essere capaci di proteggerci dai populismi che banalizzano la discussione attorno all’antirazzismo o che, faccia della stessa medaglia, ci abituano a assumere acriticamente valori fondanti di una società patriarcale.
“La scuola è lo spazio che forma la società del futuro, quello in cui generazioni di cittadini crescono e si formano, lasciare questo spazio alle logiche attuali vuol dire accettare un mondo basato su sfruttamento, impoverimento e discriminazioni etniche e di genere, perché queste sono le dinamiche di cui il potere necessita per riprodursi. E’ pura illusione pensare che queste stesse dinamiche, che vediamo scuotere il mondo intero dall’America al Medioriente, non comprendano e non guidino il mondo della scuola.
Schierarci e far schierare è la sfida che abbiamo di fronte. Dobbiamo essere all’altezza della situazione”.
Per tutto ciò lanciamo la data del 13 Ottobre come prima data di mobilitazione nazionale durante la quale portare nelle piazze tutte le tematiche e le rivendicazioni sopra elencate.
Anche e soprattutto per questo abbiamo intenzione di rovinare la festa alla ministra Fedeli in occasione degli Stati Generali dell’Alternanza Scuola Lavoro, annunciati al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.
Torneremo alle vostre porte e busseremo ancora più forte, non abbiamo più niente da perdere.

Generazione ribelle

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