Benvenuti in Largo Don Andrea Gallo! – Una lettera di ZAM ad Emergency!

Ad Emergency, ai suoi volontari, a Gino Strada e ai cittadini e alle cittadine di Milano.

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Benvenuti in Largo Don Andrea Gallo!
Riconosciamo l’altissimo valore umano e sociale di Emergency e del suo lavoro quotidiano nei diversi angoli del mondo a fianco dei poveri, degli emarginati, dei sofferenti.

Siamo contenti che un’associazione di chiara e fondata fama come Emergency abbia conquistato quello che ci pare essere, quantomeno nella nostra memoria, l’unico vero caso in cui ad uno sgombero è seguita una reale rivalutazione e riqualifica dell’area.
Vogliamo però spendere alcune parole anche sullo stabile che oggi ospita Casa Emergency, sulla sua storia che è stata anche la nostra.
Vogliamo toglierci qualche sassolino dalla scarpa e prenderci i nostri meriti per come la storia di questo stabile si è conclusa.

Abbiamo abitato collettivamente nello stabile di via Santa Croce 19 per un anno, dal Maggio del 2013 al Luglio del 2014.
Abbiamo trovato uno stabile abbandonato e diroccato, mura che ospitavano ancora gli ultimi pessimi ricordi dell’epoca dell’eroina a Milano, situazioni di disagio volutamente ignorate e un fantomatico “pericolo di crollo” che diventò subito dopo il nostro ingresso di primaria importanza nel dibattito politico cittadino.
Ironicamente non se ne era mai parlato prima, così come non si era mai parlato di bando prima del nostro sgombero.

L’ex scuola divenne il fulgido esempio della pronta risposta della Giunta ai problemi della metropoli, oltre che un comodo paravento per nascondere lo sgombero, una specie di battuta grottesca: “Chiudiamo uno spazio ma tranquilli, ne apriamo un altro!”.
La verità è che si sono accorti di questo spazio e lo hanno messo a bando, perché rappresentava un problema il fatto che noi lo avessimo occupato. Rappresentava un problema che uno spazio del genere risultasse vuoto, pericolante, in centro a Milano e che un collettivo lo avesse aperto e reso vivo e pulsante senza chiedere permesso a nessuno. Lo stabile venne messo a bando per recuperare ad una mancanza. E il bando di per se non rappresentò neanche un reale successo perché di fatto affibbiava un “pacco”, un mastodonte di cemento con problemi strutturali pregiudicanti la cui ristrutturazione era totalmente a carico del partecipante.

Ciò nonostante per noi tutta questa vicenda rappresenta un successo.
Sicuramente non si deve questo successo, la nascita di Casa-Emergency, all’amministrazione comunale, quanto piuttosto alle ingenti risorse che Emergency ha saputo mettere in campo per aprire questo presidio umanitario nel centro di Milano in termini di competenze umane, risorse economiche e capacità d’attivazione. Un progetto colossale specchio dell’esperienza acquisita nei diversi teatri di intervento dell’associazione.
Il successo di questa storia però lo sentiamo un po’ anche nostro perché con la nostra occupazione abbiamo evidenziato un problema costringendo l’amministrazione ad attivarsi.

Ci pare quindi necessaria questa ulteriore precisazione: Il Comune di Milano ha solo aperto un bando, che qualcuno ha riempito di materialità e speranze. La differenza tra il dire e il fare ancora una volta non è stata colmata dalle istituzioni. Il mare è stato solcato da chi ha sogni e attitudini ben diverse dalle giunte comunali…o dai ministri di governo.

E parlando di mare, di coerenza e umanità non possiamo che ricollegarci alle parole di Gino Strada, fondatore di Emergency, che ha apostrofato negli scorsi giorni il Ministro Minniti come “uno che ha una storia da sbirro” e che “ha dichiarato guerra ai migranti”.
L’orrore e la bassezza che il governo italiano sta toccando nella gestione dei flussi migratori è senza pari. Si lascia che l’informazione di massa diffonda notizie false e infondate, per poi poter governare la paura con misure anti-umane e inaccettabili.

Dovrebbero essere garantiti dei corridori umanitari e permettere la libera migrazione di ognuno verso qualunque luogo nel mondo. Ma si impedisce e si combatte sia l’emigrazione per richiesta di asilo sia quella motivata da ragioni economiche per paura di vedersi turbare il “decoro” cittadino o più semplicemente, perché è più comodo trovare un nemico pubblico e distogliere l’attenzione dai veri problemi che attanagliano il nostro paese.

Noi la pensiamo come Gino! La storia dei Minniti , degli sbirri e dei razzisti che preferiscono lasciare morire esseri umani nel deserto africano o sulle coste libiche non ci appartiene.
Lottiamo e lotteremo sempre per un mondo diverso.

Buon lavoro a Casa Emergency, a tutti i solidali e agli antirazzisti che in questo momento sono all’opera per garantire un futuro migliore per tutte e per tutti!

Collettivo ZAM

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