Agosto a Ventimiglia – Non arrendersi alla disumanità

Quest’Estate attraverso gli occhi dei ragazzi e delle ragazze di LUMe che sono stati a Ventimiglia insieme al Progetto 20k, vi abbiamo mostrato con un reportage di 7 puntate quello che accade quotidianamente nella città di confine. In questo racconto racchiuderemo tutto quello che è accaduto negli ultimi due mesi.

Il Progetto 20K si concretizza nell’Estate del 2016.  Si tratta di un gruppo di donne e uomini che credono nel diritto alla libera circolazione per ogni essere umano e nella responsabilità di tutte e tutti nell’essere soggetti attivi. info2 Operano costantemente sul territorio di Ventimiglia cercando di agevolare i migranti in transito durante la loro permanenza e denunciando le mostruosità attuate dalle istituzioni nei confronti dei rifugiati e dei solidali. L’Estate scorsa hanno aiutato gli shebab (i ragazzi migranti) a creare un capo autogestito alternativo a quello della Croce Rossa per poter ospitare i migranti in transito. Questo ha permesso ai migranti di autodeterminarsi e autogestirsi senza rimanere sotto il serrato controllo dei militari e delle Forze dell’Ordine. A seguito dello sgombero del campo il Progetto 20k ha sentito la necessità di creare qualcosa di permanete e utile che non potesse essere spazzato via dalle ruspe e dai manganelli della Polizia. Nell’Estate del 2017 nasce Eufemia, l’info-legal point che offre internet, ricarica dei telefoni e sportello legale ai migranti e a chiunque ne ha bisogno.

Uscendo dalla stazione si capisce subito che Ventimiglia non è una città come le altre. C’è un forte schieramento delle autorità, sono pronti a identificare o deportare staz chi ha il colore della pelle differente o chi “ha un atteggiamento sospetto”. I forti controlli sono costanti in città soprattutto nelle “aree X”, ovvero i luoghi maggiormente frequentati dai migranti: la stazione, la spiaggia, il ponte delle Gianchette, la frontiera e il bar di Delia. Per nascondere il problema le autorità italiane hanno messo in piedi un “gioco dell’oca” che costa caro alle tasche dei contribuenti. Ogni giorno gli organi di Polizia effettuano dei rastrellamenti, caricano le persone sugli autobus e li spediscono a Taranto dove vengono identificati e dove, sempre più spesso, viene consegnato loro un foglio d’espulsione. Tutto questo accompagnato da una buona dose di insulti e maltrattamenti. È molto chiaro che, per gli uomini in divisa, i migranti non sono persone, non sono animali, non sono oggetti, non sono niente.

Fortunatamente c’è ancora qualcuno che ha mantenuto un briciolo di umanità e dignità. Associazioni, enti e singoli solidali che ogni giorno fanno il possibile per sostenere cibo i migranti nel loro viaggio verso la libertà e verso una vita dignitosa. Ogni giorno, nel parcheggio delle Gianchette, un’ambulanza di INTESOS fornisce una consulenza medico sanitaria per chi sta male o si è ferito nel tentativo di oltrepassare il confine. Ogni giorno ragazzi e ragazze francesi e tedeschi preparano abbondanti pasti caldi. Ogni giorno vengono distribuiti vestiti, scarpe, sacchi a pelo, kit igienici. Ogni mercoledì solidali e migranti puliscono il ponte delle Gianchette per renderlo un posto più vivibile. Ogni giorno qualcuno monitora la situazione per denunciare ciò che di disumano avviene in quella piccola città di confine. Ogni giorno qualcuno sopperisce alle mancanze delle istituzioni.

Purtroppo sembra che molti Italiani, sazi del loro effimero benessere, si siano ben presto dimenticati di essere stati un popolo di migranti. Milioni e milioni di essi hanno infatti lasciato il Belpaese per cercare fortuna all’estero. Trattati, spesso e volentieri peggio della spazzatura. Considerati alla stregua di animali. Linciati e arrestati in massa negli Stati Uniti dove venivano accusati di ogni nefandezza e crimine e derisi per la loro ignoranza. Sfruttati bestialmente nelle miniere del Belgio. Insolentiti in Francia, Svizzera e Germania dove “non si affitta agli Italiani”. E l’elenco potrebbe andare avanti in una galleria degli orrori in tutto e per tutto simile a quella che l’Italia sta facendo subire a questi ragazzi che scappano da guerre, miserie o sono semplicemente in cerca di fortuna.

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I nostri reportage da Ventimiglia:

“Domani ci riprovo!”

Intervista a una solidale di 20K

Intervista a un solidale di 20K

Cos’è Eufemia

Intervista a Delia, la barista solidale

Intervista a una solidale di INTERSOS

Intervista a due solidali di Popoli in Arte

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