[DallaRete] Milano: contro la volontà di cancellare il murales di blu e ericailcane dal Pac. Writer in mobilitazione

blu-pac-3-300x198Un sondaggio “popolare” per cancellare il murales di e Ericailcane dalla facciata del Padiglione di Arte Contemporanea a , e la conseguente rivolta dei writer: otto marzo agitato per l’assessore alla cultura Del Corno e per l’amministrazione del capoluogo lombardo.

La giunta Sala, in continuità con quella Pisapia, va avanti nella guerra al writing e vuole cancellare la traccia più visibile e formale del tentativo di “istituzionalizzare” la street art ovvero la facciata del PAC e il party a base di cocaina disegnato da Blu ed Ericailcane.

Dieci anni dopo la mostra voluta da Sgarbi qualcuno ha pensato fosse il tempo di realizzare un convegno sul tema. Ma senza ritegno e senza volersi prendere responsabilità dietro al convegno l’idea di cancellare Blu ed Ericailcane e quel murales scomodo sin dal primo momento. Anni di retorica antiwriter e per il decoro come arma, un sondaggio popolare lo strumento. Il Pac è legato a stretto giro con l’assessorato alla cultura del comune di Milano.

Del Corno ha difeso le volontà del Comune e del Pac.

I writer invitati ieri all’inizio del convegno hanno rotto la norma e trasformato l’iniziativa in una rimostranza collettiva, con tanto di occupazione simbolica e comunicato. L’impossibilità di un dialogo con chi sta trasformando il graffitismo in crimine, e come scusa per trasformare le città, è ormai palese, da ieri qualcosa è sicuramente cambiato. Il dialogo, accettato nel nome di un miglioramento della città, da una parte del mondo del writing milanese si è rotto. 

Noi ne discutiamo con Atomo Tinelli e Ivan Il Poeta ascolta o scarica

A seguire il comunicato dei writer milanesi in azione ieri.

#occupypac

A dieci anni dalla mostra Street Art, Sweet Art, curata da Alessandro Riva e tenutasi nel 2007 al Pac con una partecipazione di pubblico eccezionale (oltre 60 mila visitatori), un gruppo di artisti, di curatori e agitatori culturali in autogestione, che hanno fatto parte di quella mostra e di quell’esperienza, senza alcuna pretesa di rappresentare altri che se stessi, ha deciso di “occupare” simbolicamente il Pac nella giornata di mercoledì 8 marzo, nel corso del primo incontro deciso e convocato dalla direzione del Pac per celebrare la mostra.

L’azione performativa e gioiosa di simbolica occupazione del Pac da parte del gruppo di artisti e critici in autogestione, è stata decisa in risposta alla convocazione di un convegno, a cui partecipiamo in maniera fortemente critica, che ha lo scopo non troppo celato di giustificare e fornire copertura culturale all’eventuale e probabile decisione di cancellare il murale di Blu dalla facciata del Pac, dopo averlo malsopportato per dieci anni e senza che né il Pac né la Direzione dei musei milanesi né l’Assessorato alla cultura abbiano mai tratto alcuna conseguenza in tema di politica culturale dalla mostra d’arte contemporanea non storicizzata più visitata in assoluto di questi anni.

La mostra Street Art, Sweet Art è nata con una logica diversa da quella istituzionalizzata e imbalsamata nella quale si vorrebbe ora rinchiuderla con questa giornata introduttiva.

Street Art, Sweet Art è stata infatti un esempio di mostra autogestita, autoprodotta, libera e gioiosa, voluta fortemente dal curatore e dagli artisti e “imposta” dal basso all’Amministrazione e alla Direzione del Pac, senza alcun appoggio e contributo finanziario da parte dell’Amministrazione.

Oggi, il convegno Street Art Sweet Art 10 anni dopo può e deve essere un’occasione per fare il punto su una situazione in cui la street art, dilagata in tutto il mondo e divenuta centrale nel sistema dell’arte internazionale, a Milano è considerata il fanalino di coda del contemporaneo, senza alcun serio progetto concreto né alcun investimento, in denaro, energie o progettualità, da parte dell’Amministrazione.

Ci saremmo aspettati poi che dall’entusiasmo e dal successo della mostra del 2007 il Pac e altri spazi pubblici della città avessero preso consapevolezza del valore della street art come forma d’arte in grado di rappresentare al meglio la contemporaneità, dando spazio ad artisti che in questi anni hanno degnamente rappresentato le tendenze culturali più attuali.

Critichiamo pesantemente la schizofrenia dell’Amministrazione, divisa tra l’elogio di facciata della street art e la sistematica repressione messa in atto quotidianamente nei confronti delle modalità espressive libere e non condizionate dei più giovani.

Noi crediamo che la discussione su come affrontare problematiche di un’intera generazione non possa risolversi esclusivamente sul piano giudiziario e punitivo.

Per finire, critichiamo duramente la posizione populista e demagogica della Direzione del Pac di indire un sondaggio-farsa sulla permanenza o meno del murale di Blu sulla facciata del Pac, unico lascito della mostra di dieci anni fa, come scarico di responsabilità e cartina di tornasole di un atteggiamento pilatesco dell’Amministrazione rispetto al più ampio problema della tutela dei muri dipinti in città, anche illegalmente, che in questi dieci anni sono stati sistematicamente cancellati e coperti, con l’effetto del proliferare di tag e scritte, usate poi come pretesto per una repressione indiscriminata e selvaggia.

 Con questa Amministrazione noi oggi intendiamo rivendicare:

* una seria politica sugli spazi agli artisti, che vada al di là della risibile politica dei “100 muri liberi”, che affronti il problema della carenza di spazi espositivi, di sperimentazione e di lavoro per gli artisti al di fuori dalle logiche economiche e di potere nel ristretto sistema dell’arte

 

* un serio approccio di interazione con gli artisti nello sviluppo dell’arte pubblica, sostenuta anche dalle istituzioni

 

* tutela dell’esistente: i muri decorati dagli artisti, anche illegalmente, vanno tutelati e non coperti. A cominciare dalla facciata del Pac, su cui la direzione del museo si deve prendere la responsabilità di una decisione. Se lo vuole cancellare, lo dica chiaramente, senza fare melina e senza ricorrere a strumenti demagogici come il sondaggio.

* cambio radicale del sistema repressivo verso il graffitismo illegale

da Radio Onda d’Urto

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