Sulla retata di mercoledì in Stazione Centrale

Mercoledì a Milano abbiamo assistito ad un’altra inutile prova di forza contro i migranti in Stazione Centrale, l’ultimo rastrellamento in ordine di tempo, in cui decine di migranti e richiedenti asilo sono stati indiscriminatamente fermati per controllare la regolarità dei loro documenti.

Molti di loro sono stati portati in questura, anche dopo aver esibito i loro documenti, e temiamo vengano disposte delle deportazioni forzate, come già accaduto in passato, in palese violazione del divieto comunitario di espulsioni collettive.

La scelta del blitz è parte della logica securitaria che, ormai, assunte le linee guida della legge Minniti-Orlando, sembra rientrare all’interno di un ordinario modello di accoglienza proposto e concordato tra tutte le istituzioni, ivi compreso il Comune di Milano. Un modello che, con il pretesto di una risposta (“elettorale”) all’esigenza di sicurezza inculcata nell’opinione pubblica drogata da mass media sapientemente all’uopo orientati, criminalizza indiscriminatamente tutte e tutti i migranti, si accanisce particolarmente contro quelli senza documenti e ha come priorità quella di deportarli, invece di garantire loro i diritti fondamentali.

Riteniamo preoccupante la normalizzazione di una pratica così violenta, illegittima e pretestuosa, che poi ogni giorno ha la sua riproposizione, non solo nello spazio pubblico, ma anche all’interno delle questure, dei centri emergenziali, delle amministrazioni pubbliche.

Le inevitabili conseguenze di tutto ciò sono anche manifestazioni xenofobe come quella di Lazzate di ieri, la morte per malasanità mista a razzismo di Ibrahim nel napoletano, l’omicidio del giovane Bara a Bergamo, le angherie dei funzionari di polizia nei confronti di alcuni migranti alla stazione di Ventimiglia immortalate da un video in circolazione in questi giorni.

Crediamo che il problema di una città vivibile e sicura non si risolva attraverso interventi di polizia, ma attraverso interventi di accompagnamento all’inclusione e alla coesione sociale.

Chiediamo che venga garantito il diritto alla difesa, affinché i migranti portati in questura possano avere il sostegno legale a cui hanno diritto.

Continueremo a denunciare e ad opporci a questo modello, a ribadire che per noi l’unica soluzione è garantire i diritti per tutte e tutti.

Nessuna persona è illegale!
#nessunapersonaeillegale

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