Spostamento delle facoltà scientifiche ad ArExpo: cittadini, studenti e ricercatori infuriati con il Comune

 

Alle 17,30 di Mercoledì 22 Marzo, a Palazzo Marino si è tenuto il terzo incontro pubblico per discutere dello spostamento di buona parte dei dipartimenti delle facoltà scientifiche da Città Studi ad Area Expo. L’incontro era indirizzato per un confronto tra residenti e studenti da una parte,  e Comune di Milano e Università Statale dall’altro.
I primi due incontri, in Valvassori Peroni a Ottobre, all’auditorium di Città Studi a Febbraio, si erano infatti conclusi con una vera e propria protesta corale da parte di tutti i presenti contro i responsabili di questa decisione. Questa decisione non piace ai residenti e agli studenti per diversi motivi:
Tutte le aste su area Expo sono state deserte, nessuno si è dimostrato interessato, e lo spostamento di una parte dell’università ad Expo è una decisione, voluta anche dal Governo, per tappare un buco a discapito di un quartiere.
Lo spostamento da Città Studi delle facoltà scientifiche smembrerebbe letteralmente il quartiere, privandolo di uno dei patrimoni che da più di un secolo ha plasmato la sua identità. In aggiunta la zona di Expo è completamente disconnessa dal resto della città, difficile da raggiungere e di conseguenza creerebbe un Campus Universitario completamente sigillato, isolato dal tessuto urbano, privando di fatto le connessioni tra il luogo del sapere per eccellenza con il resto della cittadinanza.

Questi sono i tre punti indicati dagli studenti della facoltà di Fisica sulla contrarietà allo spostamento:

Totale mancanza di una visione:

Questa vicenda comincia con le aste sui terreni di Expo andate deserte e con la necessità del governo di coprire il buco di Expo. Nonostante le critiche e le pressioni ricevute dai cittadini, ad oggi non esiste nessun piano su cosa diventerà Città Studi dopo lo spostamento. Anche per quanto riguarda l’area di Rho emergono tante contraddizioni: non è chiaro in che modo potranno interagire università, aziende e IIT che si spartiranno la zona, non esiste un progetto per le persone che lavorano e studiano in università. Trasferire la Statale non è solo questione di spazi!

Le responsabilità del Comune:

Il trasferimento delle facoltà scientifiche nel nuovo polo di Rho ha finora visto il silenzio del comune di Milano. Esso, per ora, accetta di buon grado che metà della più importante zona universitaria di Milano venga sradicata e ricollocata in un posto che è fuori dal comune stesso. Questa giunta ha quindi delle grosse responsabilità su ciò che avverrà a Città Studi e non può continuare a nascondersi dietro le decisioni del governo e della Statale. La mancata partecipazione. Il tema della partecipazione non è mai stato al centro dell’agenda dell’amministrazione e degli organi. In questi pochi mesi quella che era una proposta è diventata decisione inamovibile senza nessun tipo di coinvolgimento della cittadinanza e degli universitari. Nei pochi incontri organizzati per presentare il progetto, l’amministrazione e l’università sono state pesantemente criticate senza che nessuno abbia mai considerato di tornare sui propri passi e ascoltare le esigenze del quartiere.

Cosa chiediamo al comune:

Se veramente l’amministrazione comunale è dalla parte dei cittadini e degli studenti ha il dovere di schierarsi contro lo smembramento di Città Studi e di chiedere ufficialmente al governo che i 130 milioni con cui si ricatta la Statale vengano utilizzati per rilanciare la didattica, la ricerca ed i servizi a Città Studi, la più grande zona universitaria della città.

Questo dimostra la totale assenza di volontà di coinvolgere i diretti interessati dal progetto:

per questo invitiamo tutti Mercoledì 29 Marzo alle 14.30 all’assemblea, che si terrà nell’Aula A del dipartimento di Fisica, per organizzarci e decidere insieme sul futuro di Città Studi. Cosa chiediamo al comune. Se veramente l’amministrazione comunale è dalla parte dei cittadini e degli studenti ha il dovere di schierarsi contro lo smembramento di Città Studi e di chiedere ufficialmente al governo che i 130 milioni con cui si ricatta la Statale vengano utilizzati per rilanciare la didattica, la ricerca ed i servizi a Città Studi, la più grande zona universitaria della città.”

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Anche oggi tutti gli interventi dei residenti, degli studenti e dei ricercatori si sono espressi contro questa decisione. Accusando Comune e Università di distruggere un quartiere per l’interesse di pochi speculatori. Qui di seguito pubblichiamo l’intervento di uno studente di fisica:

 

 

 

Durante la risposta dell’assessore all’urbanistica Maran, gli studenti del Dipartimento di Fisica hanno esposto degli striscioni in Aula. Qui di seguito ripubblichiamo il loro comunicato dove lanciano una assemblea pubblica nella Facoltà di Fisica mercoledì prossimo.

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”Questa sera a Palazzo Marino abbiamo partecipato ad un incontro per discutere del trasferimento di Cittàstudi. Erano presenti fra gli altri l’assessore all’urbanistica Maran e il direttore generale di UniMi Bergamaschi. Agli interventi dei residenti del quartiere si sono aggiunti i nostri, che hanno riportato al centro della questione le necessità di studenti e ricercatori, mai veramente interpellati su un progetto che li vede deportati sui terreni di Expo e che rischia di svendere la ricerca universitaria agli interessi di grandi aziende internazionali nel contesto di Human Technopole. Gli interventi si sono trasformati poi in una contestazione determinata quando ha preso la parola Maran, che ha di fatto dimostrato la volontà del Comune di non schierarsi apertamente contro questo disegno di trasferimento. Rilanciamo l’appuntamento per martedì 29 presso il dipartimento di Fisica, alle ore 14.30 in aula A, per discutere del futuro di Cittàstudi e organizzarci insieme a studenti ricercatori e a tutto il quartiere”.

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