Assedio culturale e artiglieria pensante: strumenti di socialità milanese

LUMe

Il 25 Luglio il collettivo LUMe –Laboratorio Universitario Metropolitano ha perso la sua casa situata nel vicolo di Santa Caterina 3/5. Quel giorno non ha segnato la fine di un progetto ma un nuovo inizio, ancora più ambizioso, perché il nostro agire è uscito dallo stabile oramai sgomberato per invadere le strade e le piazze di Milano che hanno ripreso vita diventando palcoscenici delle nostre idee, delle nostre modalità di fare musica e cultura.

Sin dalla sua creazione, nell’aprile del 2015 quando un centinaio di studenti hanno occupato e ridato vita allo stabile abbandonato da oltre 10 anni, Lume ha messo al centro l’idea che la cultura rappresenti uno strumento di crescita individuale e collettiva, che non può restare monopolio di un’industria costosa e vetusta. L’arte esce dai musei e diventa reale, accessibile a tutte e tutti, oltre che libera e indipendente.

In questi due anni di attività Lume ha garantito a un pubblico-collaboratore un’ ampia offerta culturale che, spaziando dalla musica al teatro, dal cinema al dibattito politico, ne ha fatto un punto di riferimento orizzontale per la cittadinanza. È stato attraversato da decine di attori, centinaia di musicisti e migliaia di studenti. L’intento è sempre stato quello di costruire socialità e comunità dal basso, offrendo cultura aperta e accessibile, non per questo meno sostenibile per chi la produce. Un biglietto d’ingresso a Lume non è mai stato vincolante, e mai l’accesso è andato oltre i 3€ di offerta consigliata. Nondimeno, tutti gli artisti che si sono esibiti nel nostro spazio (salvo i facente parte del collettivo stesso) hanno ricevuto un dignitoso compenso per la loro arte.

Grazie alla riqualificazione dello stabile ad opera del collettivo, sono nati all’interno di LUMe sette tavoli di lavoro: politica, scrittura, musica, teatro, cinema, arti e design, hip hop.

Si sono riuniti studenti dell’Università degli Studi di Milano e Milano-Bicocca, del Politecnico di Milano e dell’Accademia di Belle Arti di Brera, studenti di jazz del Conservatorio G. Verdi di Milano e della Civica Scuola di jazz Claudio Abbado, studenti delle Accademie dei Filodrammatici di Milano, della Civica Scuola di teatro Paolo Grassi e del Piccolo Teatro, studenti della Civica Scuola di cinema Luchino Visconti di Milano.

La pluralità è una ricchezza. Quando un’idea merita di essere portata avanti, costruirle consenso intorno diventa più semplice. È così che il nucleo originale si è espanso sino a contare circa 80 membri attivi, che si riuniscono in assemblea di gestione per coordinare il lavoro tra i tavoli. È così che abbiamo allestito un laboratorio di improvvisazione estemporanea aperto a tutti i musicisti della città, per rompere le barriere tra suono e rumore, stili e generi diversi, enfatizzare le caratteristiche dell’improvvisazione: estemporaneitá, caducità, spontaneità, flusso di coscienza, rischio, vita nel presente, ricerca di una identità.

Sul fronte teatrale da una parte abbiamo voluto essere una culla per progetti nascenti o amplificatore di altri già avviati, dall’altra abbiamo voluto raggiungere un pubblico che raramente si reca a teatro, il mondo degli studenti universitari, condividendo con essi la propria urgenza di costruire un linguaggio che rispecchi il nostro tempo.

Il tavolo cinema ha organizzato cicli che andavano dalle autoproduzioni ai grandi classici, a sostegno del cinema indipendente e fuori dai circuiti mainstream. Sostiene ed alimenta inoltre il dibattito sul cinema odierno.

Il circolo di scrittura è invece uno spazio di condivisione della scrittura, nato proprio dalla necessità di creare un luogo d’incontro per aspiranti autori e appassionati di lettere. Creazione e confronto sono i due pilastri su cui si basa l’attività del laboratorio che ha sempre lavorato spalla a spalla con gli altri tavoli per creare contenuti e produzioni originali.

Queste e altre cose sono successe a Lume in questi anni.

Ora, dopo lo sgombero di quest’estate stiamo organizzando un “Assedio Culturale” a Palazzo Marino in data 23 settembre. L’evento è pensato come una giornata aperta a tutte le realtà analoghe alla nostra così come a comuni cittadini.  Le rivendicazioni che vorremmo portare avanti vanno decisamente al di là del nostro piccolo orticello e sono principalmente due.

La prima s’incentra sulla necessità, oggi più impellente che mai, di praticare e diffondere cultura che dia da mangiare a chi la produce e al tempo stesso resti accessibile e fruibile indipendentemente dalla disponibilità economica del singolo. Lanceremo un appello di ampio respiro che guarderà in faccia allo status della cultura oggi in questo paese. Sarà un’affermazione di principio ma anche metodologica. La cultura per noi è come il pane: ce ne vuole molta e deve costare poco. E così veniamo al secondo punto, che è una rivendicazione politicamente più pratica: faremo pressione sull’amministrazione milanese (ma potrebbe essere un proclama più ampio) per la tutela dei beni comuni e degli spazi di socialità auto-organizzata. Esperienze come la nostra meritano di venir tutelate, e lo chiederemo a gran voce in quella piazza.

L’Assedio Culturale è perciò una chiamata a tutte le realtà sociali, alle associazioni culturali, ai collettivi di artisti e ai singoli cittadini, siano essi militanti, studenti, artisti, poeti, musicisti, scrittori, pensatori. L’Assedio Culturale sarà una mobilitazione collettiva dove metter in dialogo le arti per una rivendicazione politica. Sarà una giornata d’incontro per la cittadinanza attiva di Milano e d’Italia.

In piazza si alterneranno interventi politici, teatrali e musicali che ruoteranno intorno al tema della precarietà lavorativa, culturale ed esistenziale e di come gli spazi sociali, intesi come beni comuni urbani, vi rispondono –  agendo all’interno delle città nella promozione di diverse forme di mutualismo, cultura, arte e socialità indipendenti e autorganizzate.

Avremo bisogno di tutti coloro che combattono per uscire da una prassi che costringe ogni linguaggio nuovo e alternativo in una condizione di precario isolamento. Sfileremo per le strade della metropoli meneghina portando con noi l’artiglieria pe(n)sante. Affermeremo che i limiti politici, giuridici o sociali non possono fermare le idee, l’arte e la cultura. Queste devono invece considerarsi strumenti di partecipazione e arricchimento collettivo, poiché esprimersi e fruire liberamente della cultura è un diritto inalienabile di ogni cittadino.

Collettivo LUMe- Laboratorio Universitario Metropolitano

da Effimera

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